L’uomo, in un continuo e instancabile inseguimento alla ricerca di se stesso, si trova a essere dirottato verso spazi sconosciuti, a sfidare i labirinti, quelli che si trovano dentro di sé e altrove, alla ricerca di soluzioni razionali per contenere e comprendere il disordine che lo circonda. Questo incessante movimento è una costante nel viaggio esistenziale dell’individuo, che, nel tentativo di superare gli ostacoli quotidiani, è chiamato a confrontarsi con le proprie contraddizioni e incertezze. Ogni passo verso una soluzione rappresenta un percorso di crescita nei labirinti della vita, dove ogni difficoltà e ogni sfida hanno un messaggio iniziatico, un invito a riflettere sulla natura stessa dell’esistenza.

Il labirinto, come metafora della condizione umana, non è solo un semplice schema visivo, ma una concezione esistenziale che emerge dalla consapevolezza dell’inafferrabilità del senso della vita. Il nostro costante sforzo di trovare un ordine razionale per interpretare e intervenire sulla realtà si scontra con l’impossibilità di avere un parametro sicuro e applicabile in ogni momento. Così, ci troviamo immersi in un processo infinito di ricerca, che si estende nel tempo e nello spazio, ripetendo schemi e rimandi che ci pongono di fronte a una verità mai totalmente definibile.

Nel nostro mondo contemporaneo, il labirinto è diventato una figura centrale, simbolo di una realtà complessa e priva di significato apparente. Esso si presenta come un magma informe, difficile da decifrare, che sfida ogni tentativo di essere compreso o controllato. Per affrontarlo, non possiamo restare spettatori, ma dobbiamo immergerci in esso, accettandone la profondità e le problematicità. Solo così, senza arrenderci al suo fascino ingannevole, possiamo cercare di conoscerlo davvero e trovare una via d’uscita, un percorso che, pur intriso di incertezze, ci conduca a una nuova consapevolezza.

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