Pensiamo a Flumina come a un corso d’acqua che scorre incessantemente, un fluido in movimento continuo verso un altrove sempre nuovo, sempre lontano. Questo moto, simile a quello degli uomini e delle donne che, nel corso della Storia, hanno vissuto negando il senso di vertigine per potersi avvicinare costantemente all’orizzonte, è il simbolo di una ricerca senza fine, di una spinta verso l’ignoto che non si esaurisce mai.

Questi uomini e donne geniali, mossi da un’incessante curiosità, hanno cercato l’ignoto in terre lontane o, più intimamente, nella bellezza nascosta dentro un blocco di marmo, pronta a emergere. Non possono fermarsi. La brama di conoscenza non lascia spazio all’immobilità: l’animo inquieto ha bisogno di un movimento continuo, di un avanzare senza posa, sempre proiettato verso il prossimo traguardo.

Il limite che si impone non è mai definitivo: ad ogni passo compiuto, il traguardo si sposta più in là. E così, nel guardare costantemente avanti, nel tentativo di oltrepassare le proprie Colonne d’Ercole, l’uomo è inevitabilmente attratto dal domani, da un futuro ancora sconosciuto e tutto da scoprire.

Esploratori, pensatori, scienziati, imprenditori: ciascuno di questi uomini è un genio, creatore del futuro. La loro mente non si accontenta mai, spingendoli a superare i confini del possibile e a dare forma a ciò che ancora non esiste. In questo movimento incessante, nell’acqua che scorre e mai si ferma, risiede l’essenza della curiosità umana, la forza che guida l’uomo nella sua continua evoluzione verso l’ignoto.

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