L’Autore dopo aver sottolineato l’inefficacia degli strumenti fino ad oggi elaborati per contrastare il fenomeno delle frodi IVA (si pensi all’istituto della solidarietà passiva di cui all’art. 60-bis del DPR 633/72, alla fattispecie di omesso versamento IVA di cui all’art. 10-ter del DLgs. 74/2000, ma anche alla tendenza a contestare l’associazione per delinquere in assenza di un’organizzazione criminale effettiva) – propone di:
– individuare specificamente il contenuto della falsità relativamente alla fattura, eliminando situazioni di incertezza (come accade, ad esempio, nelle fatture assolutamente generiche);
– caratterizzare in modo puntuale la natura di soggetto IVA, al fine di evitare discussioni sulla natura dell’interposizione (reale o fittizia);
– punire con la fattispecie di omesso versamento IVA non soltanto, come vuole l’interpretazione che tende ad affermarsi, l’omesso versamento dell’imposta regolarmente dichiarata, ma tutti gli omessi versamenti oltre determinati limiti, salva l’esistenza di oggettive e dimostrate difficoltà economiche dell’impresa;
– introdurre nuove ipotesi di reato che considerino la fattura falsa in quanto tale, con possibilità di concorso tra emittente ed utilizzatore ed anticipazione del momento consumativo da quello della presentazione della dichiarazione a quello dell’inserimento in contabilità.