Il rapporto dell’OCSE sui paesi a fiscalità privilegiata redatto il 26.6.2000 ha fornito una definizione del concetto stesso di “paradiso fiscale” (caratterizzato, oltre che da un livello di pressione fiscale estremamente attenuato, anche dall’indisponibilità allo scambio di informazioni con gli altri Paesi).
I paradisi fiscali, inseriti nella “black list”, sono ormai bersaglio della politica dissuasiva dell’OCSE, che si appresta a redigere una serie di documenti (le “applicaton notes”) volti a chiarire i contorni delle fattispecie più complesse di interferenza tra fiscalità ordinaria e fiscalità privilegiata. Uno degli aspetti da tenere nella massima considerazione è quello relativo alla globalizzazione del mercato dei capitali resa possibile da internet, suscettibile, per le caratteristiche che le sono proprie, di varcare le frontiere ed eludere le normative fiscali.